
Oltre 50 fotografie ai sali d’argento per ripercorrere la straordinaria avventura dei Joy Division e la storia musicale e culturale della città di Manchester con scatti che ritraggono New Order, Smiths, Stone Roses, Happy Mondays fino ad arrivare agli Oasis. Ma anche immagini di paesaggio urbano per raccontare quella che è la storia della rinascita, partita dal basso, di una intera comunità.
Tra le scene musicali, artistiche e culturali che hanno cambiato la storia della cultura popolare dagli anni Cinquanta in poi sicuramente quella di Manchester è una delle più importanti ed evocative sia dal punto di vista musicale ma anche iconografico grazie soprattutto alle immagini scattate da Kevin Cummins. Un’avventura durata circa vent’anni che ha influenzato profondamente la musica e non solo. Non a caso si parla della “Città di Manchester” nella sua interezza. Tutte le altre “rivoluzioni” culturali nascevano in aree urbane di grandi metropoli come Londra, New York e Berlino, ruotando però attorno ad un gruppo ristretto di persone: un singolo artista, il suo entourage, un luogo – fosse esso un locale, un negozio o un Hotel – alcuni produttori, per poi diffondersi a macchia d’olio.
Nel caso di Manchester l’impulso primario parte dalla città stessa e dalla sua collettività. Manchester è una delle città inglesi ad aver risentito maggiormente della recessione negli anni Settanta, recessione che aveva iniziato a falcidiare le risorse per il welfare proprio mentre si era appena finito di ricostruire sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale. In quel decennio furono molte le fabbriche a chiudere lasciando a casa migliaia di operai. Così da epicentro del capitalismo industriale quale fu, Manchester ne divenne la tomba. Quella che nacque fu una vera rivoluzione popolare, nel senso letterale del termine, alla quale partecipò chiunque: persone con scarsa esperienza in qualsiasi campo, dilettanti con due o tre impieghi in quei pochi settori che ancora offrivano un lavoro, con una formazione scolastica spesso infima, ma con la sola volontà di diventare qualcuno e di cambiare le cose. Questa storia appartiene a tutti. Per dirla con le parole di Tony Wilson, il fondatore dell’etichetta discografica che avrebbe contribuito alla rinascita della città, la Factory Records, e anche l’unico con una laurea a Cambridge, cosa che non mancava mai di ricordare a tutti, “It just felt like we were waiting for something to happen.”
C’è chi fissa nella data del 4 giugno 1976 il momento in cui tutto ebbe inizio: la prima performance dei Sex Pistols alla Lasser Free Trade Hall di Manchester. Una data voluta e organizzata da Howard Devoto e Pete Shelley dei Buzzcocks, una giovane band locale. A quella serata parteciparono tutti coloro che avrebbero poi segnato il destino del rock, dai futuri membri dei Joy Division e New Order agli Smiths, dai Fall ai Buzzcocks fino a Tony Wilson.

Ian Curtis. Art & Furniture store, Manchester. 6 January 1979

Morrissey. Koln, Germany. 5 May 1991

Ian Curtis / Joy Division. On stage at the Leigh Festival. 27 August 1979

Shaun Ryder, Black Grape. Barbershop, Havana, Cuba. December 1995
A guidarci attraverso questa storia sono appunto le potenti immagini di Kevin Cummins – capo-fotografo di New Musical Express per oltre un decennio – i cui scatti profondamente iconici fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo, come la famosa immagine di Ian Curtis con l’impermeabile e la sigaretta in bocca, oppure alla silhouette di Morrissey sotto l’Iron Bridge di Manchester. Cummins non è stato, però, un semplice testimone di questa storia, l’ha vissuta da protagonista e ha contribuito a scriverla. Era vicino a tutti gli artisti immortalati nei suoi scatti, ed è per questa ragione che ci appaiono così veri e intimi. Ha vissuto, mangiato e suonato con loro e, tuttora, è considerato una delle icone a tener vivo il mito di Manchester.
Kevin Cummins ha iniziato la sua carriera di fotografo proprio quando sono nati i Joy Division, e anzi si può dire che il gruppo sia stato uno dei suoi primi soggetti. In quei pochi anni nei quali sono stati una band, Cummins ha avuto un accesso privilegiato al loro mondo. Le immagini più intime e che documentano la vita privata del gruppo rivelano le loro dinamiche fuori dai riflettori e le loro strette relazioni interpersonali, mentre quelle scattate sul palco trasudano di energia primordiale e di urgenza di produrre un cambiamento. A spiccare su tutto e tutti il carisma di Ian Curtis, un carisma sui generis che ha stregato generazioni di fan.
Quando uscì Unknown Pleasures l’interesse intorno a loro era notevole. La loro immagine pubblica era fredda e distaccata: raramente rilasciavano interviste, la loro musica era cupa e poche le loro foto a colori; ma d’altronde all’epoca le riviste stampavano in bianco e nero. Inoltre, Manchester alla fine degli anni ’70 era un posto piuttosto grigio e pericoloso con un’atmosfera pervasa di un senso di malinconia e sconfitta. In questo contesto immagini di Ian Curtis sorridente non si calavano bene in quell’immaginario. In realtà Cummins ha più volte raccontato d’aver incoraggiato il cantante a non sorridere durante gli shooting. Pare anzi gli dicesse proprio di smettere anche di scherzare. All’epoca si fotografava in analogico e quindi si usavano le pellicole, le quali avevano un numero limitato di fotogrammi ed ognuno di essi contava, aveva un suo peso: quelli in cui Ian Curtis sorrideva non venivano presi in considerazione dalle testate poichè sembravano non appartenere a quel mondo nonostante, ad un certo punto della sua vita, a Ian Curtis piacesse sorridere e scherzare.
Quando il 18 maggio 1980 Ian Curtis si tolse la vita, per la maggior parte dei suoi fan, e per lo stesso Cummins, è stato il primo incontro con la morte. In quel momento i Joy Division stavano per cambiare il corso della musica popolare. Erano sfacciatamente originali, come nessuno prima di loro, e chi li ha visti esibirsi dal vivo racconta di essere uscito trasformato da quella esperienza. Sia i Joy Division che i New Order hanno influenzato profondamente quello che è venuto dopo: la club culture, la musica dance, l’acid house, il Pop, la New Wave e l’elettronica in generale. In alcuni degli scatti di Cummins si percepisce la volontà dei quattro membri fondatori di essere un ponte tra passato e futuro. Lo shooting realizzato da Cummins nel vecchio edificio vittoriano che utilizzavano a volte come sala prove, ad esempio, testimonia alla perfezione questa tensione verso una nuova meta, della quale loro stavano contribuendo a scrivere i canoni.
Per Cummins l’incontro con i Joy Division ha gettato le basi quello che avrebbe fatto nel proseguo della sua carriera. Senza quella esposizione, quell’immergersi profondamente nel processo creativo dei Joy Division, processo con il quale stavano producendo una nuova ondata musicale e culturale che veniva dal basso, quasi sicuramente non avrebbe deciso di frequentare la scuola d’arte.
Oltre 50 fotografie ai sali d’argento in mostra al MArTA, Taranto, dal 16 settembre 2021 al 23 gennaio 2022, per ripercorre la straordinaria avventura dei Joy Division e la storia musicale e culturale della città di Manchester con scatti che ritraggono New Order, Smiths, Stone Roses, Happy Mondays fino ad arrivare agli Oasis. Ma anche immagini di paesaggio urbano per raccontare quella che è la storia della rinascita, partita dal basso, di una intera comunità.