La disco­gra­fia fa un pas­so indie­tro e pro­va a con­cen­trar­si su que­gli arti­sti che han­no avu­to un pas­sa­to, han­no un pre­sen­te e per i qua­li si pre­ve­de un futu­ro. Lo svi­lup­po del­le piat­ta­for­me, le sin­cro­niz­za­zio­ni, il mar­ke­ting han­no reso quel­li che veni­va­no defi­ni­ti i “cata­lo­ghi sto­ri­ci” reper­to­rio di poten­zia­le e asso­lu­ta attua­li­tà. Probabilmente, l’u­ti­liz­zo pas­si­vo del­l’al­go­rit­mo non andrà in cri­si, ma si pre­fi­gu­ra un approc­cio diver­so rispet­to a quel­li che pos­so­no esse­re defi­ni­ti feno­me­ni effi­me­ri: for­ti di milio­ni di visua­liz­za­zio­ni ma sen­za gran­di pro­spet­ti­ve di svi­lup­po futu­ro.